ACCANTO AL MOSTRO
L'Anonima Sarda e le armi sepolte dai neofascisti nel Mugello, i guardoni testimoni, il censimento di migliaia di armi, sessantamila scapoli fiorentini analizzati, la mafia internazionale, le scarpe, il deposito di eroina tra Campi e Signa, la lettera che il Mostro ha voluto firmare.
Al centro sempre lei: Silvia Della Monica.
Voglio dedicare questo appunto alla persona che ritengo aver compreso più aspetti di questa immensa vicenda.
Riporto i movimenti a noi noti del magistrato fiorentino fuori dalle indagini sul Mostro, per farsi un quadro della situazione prima dell'orrenda missiva di Scopeti.
Silvia Della Monica dopo aver torchiato sardi e guardoni/testimoni, si sposta all'antidroga.
Il 21 Gennaio del 1983 festeggia un risultato incredibile sequestrando 81 chilogrammi di eroina, nascosti dentro scatole di scarpe all'interno dei magazzini di un calzaturificio tra Campi e Signa.
L'organizzazione criminale viene completamente sgominata nei mesi successivi, mentre a Giogoli il 9 Settembre dello stesso anno vengono uccisi due giovani turisti tedeschi.
Quattro mesi dopo, Rotella fa arrestare Mele e Mucciarini ritenendoli coinvolti negli omicidi del Mostro di Firenze mentre Silvia abbandona definitivamente il caso, totalmente assorbita dalla ricostruzione del giro internazionale di eroina.
Il 18 Aprile del 1984 sui giornali si continua a parlare dei suoi successi: la sua equipe è riuscita ad arrivare fino ai vertici dell'organizzazione mafiosa, arrestando anche i sette "cervelli finanziari".
Shoes Connection, questo il nome dato dai media statunitensi all'operazione che disintegra un giro criminale che ha fatturato mille miliardi in due anni.
Da Palermo a Firenze. E da Firenze a New York. Il successo della nostra è riconosciuto a livello mondiale.
Arriviamo al 21 Luglio del 1984. Sono passati altri tre mesi, ci sono 102 imputati, 50 già in galera. Dai picciotti ai finanzieri nessuno si salva, è la parola fine a quest'indagine.
La fine della Shoes Connection vede il ritorno del Mostro, dopo una settimana esatta:
29 Luglio 1984, Vicchio, duplice omicidio Rontini-Stefanacci.
Il delitto viene firmato senza l'utilizzo del silenziatore e questo consente - grazie a dei testimoni - di risalire all'ora esatta della morte dei giovani.
Il Mostro aveva interesse a farsi sentire?
Ma da chi...
Silvia di sicuro non sembra ascoltarlo, perché sui giornali di lei si continua a parlare esclusivamente per la lotta alla droga.
Nasce la Squadra Anti Mostro, ma lei non ne farà parte.
Ad un mese dal delitto di Vicchio, un giovane ventitreenne di origini olandesi viene trovato morto dopo essersi iniettato una dose di eroina.
Su La Repubblica del 30 Agosto 1984, Della Monica rilascia la seguente dichiarazione in riferimento alla fiala di Naloxone trovata nella tasca del giovane:
"Spesso questi ragazzi credono che con il Naloxone si possono salvare ma non si rendono conto che non fanno in tempo ad iniettarsi il medicinale".
Il Mostro rimane lontano dai suoi pensieri, almeno pubblicamente.
3 Ottobre 1984: i giornali riportano la scarcerazione degli ultimi due "mostri" del "clan" sardo (virgolette obbligatorie), Giovanni Mele e Piero Mucciarini.
Centinaia di migliaia di armi analizzate, sessantamila scapoli della provincia fiorentina messi sotto la lente d'ingrandimento ma del Mostro, quello vero, non c'è traccia.
Per ritrovare sui giornali il nome di Della Monica legato alla serie di delitti ai danni delle coppiette, è necessario l'intervento diretto del Mostro che le invia il noto e macabro plico dopo il suo ultimo delitto.
6, 7 oppure 8 Settembre 1985, Scopeti: viene uccisa una coppia di turisti francesi, in Italia per partecipare ad una fiera commerciale a Bologna.
La ragazza, Nadine Mauriot, era titolare di un negozio di scarpe e voleva vedere nuovi modelli da proporre ai suoi clienti.
Scarpe.
Ancora oggi siamo a chiederci se la coppia francese sia riuscita a partecipare all'esposizione bolognese.
Esistono diciassette scatti fotografici che testimoniano la loro breve vacanza e che potrebbero aiutare a far luce su numerosi aspetti della vicenda, ma sono a tutt'oggi segretati.
Il Mostro ritaglia un piccolo lembo del seno strappato a Nadine e lo inserisce in una busta che imbuca in una cassetta postale vicina ad una abitazione di appoggio di Della Monica. Abitazione non intestata a lei.
E la spedisce mentre Silvia non è presente, presa da altri pensieri.
E' costretta a tornare.
Silvia racconterà molti anni dopo in un intervento nella trasmissione "Chi L'Ha Visto?" del 6 Luglio 2011:
"Lettera che io avevo preventivato. Quindi Piero Vigna mi interrogò a lungo per sapere a chi l'avessi detto."
"Lettera che io avevo preventivato. Quindi Piero Vigna mi interrogò a lungo per sapere a chi l'avessi detto."
Scriverà su un documento ufficiale all'attenzione del "signor Procuratore della Repubblica" il 17 settembre 1985 (la versione completa si trova sulla nuova edizione del libro "Al Di Là Di Ogni Ragionevole Dubbio" di Paolo Cochi):
"Le rappresento che mi sono occupata delle indagini fino ai primi del gennaio 1984, epoca in cui chiesi al Procuratore della Repubblica Prof. Enzo Fileno CARABBA, di essere rilevata e sostituita da altro collega in quanto sia motivi di lavoro (ero impegnata nell'istruttoria contro TOMMASO SPADARO e altri conseguente al sequestro di circa 80 chili di eroina avvenuto in Firenze e dovendo espletare rogatorie in U.S.A.) sia motivi familiari (malattia e morte di mia madre), mi impedivano di dedicarmi con sufficiente possibilità di tempo all'assistenza al Giudice Istruttore, essendo stata formalizzata l'inchiesta.
La stampa, mio malgrado, ha sempre dato grosso risalto alla mia partecipazione alle indagini e ricordo in particolare un articolo apparso sulla Nazione di Firenze, scritto da Mario SPEZI, che faceva anche riferimento a persone della mia famiglia.
(vedi Appunto n. 14)
Inoltre lo stesso SPEZI nel suo libro sul mostro di Firenze, parlando degli inquirenti, ha più volte fatto riferimento alla mia persona e a certe impostazioni istruttorie da me date.
E' noto, peraltro, che da tempo io non mi occupo più del caso, sicchè l'inoltro della lettera proprio a me non posso che interpretarlo oltre che come sfida agli inquirenti anche come minaccia.
(CUT)
Devo segnalarLe che il nostro Ufficio, soprattutto di pomeriggio, è accessibile senza adeguati controlli a chicchessia, e che io trascorro in Procura la maggior parte della giornata, trattenendomi per ragioni di lavoro, fino a notte inoltrata e, comunque, dopo la chiusura del portone principale, con conseguente rientro ad ora tarda all'abitazione.
Devo segnalarLe che il nostro Ufficio, soprattutto di pomeriggio, è accessibile senza adeguati controlli a chicchessia, e che io trascorro in Procura la maggior parte della giornata, trattenendomi per ragioni di lavoro, fino a notte inoltrata e, comunque, dopo la chiusura del portone principale, con conseguente rientro ad ora tarda all'abitazione.
Ritengo opportuno sottolineare che mi sembra probabile che l'autore dell'anonimo, soprattutto in assenza di pubblicizzazione del suo gesto, possa compiere un ulteriore passo e possa mettersi in contatto con me sia telefonicamente che di persona.
Ossequi."
Il 23 Settembre, come da lei predetto e comunicato in Procura, Silvia riceve una telefonata su una linea privata, non intestata a lei (anche questa!) da un sedicente signor Taddei Gianfranco, in cerca di compagnìa femminile. Non sarà possibile risalire all'ubicazione del chiamante.
Il 26 Settembre del 1985, a seguito di una fuga di notizie nella stessa Procura fiorentina (e che determina l'apertura di un'indagine interna), viene pubblicamente diffusa l'esistenza della lettera col lembo di seno.
Silvia Della Monica è di nuovo pubblicamente protagonista delle vicende del Mostro di Firenze.
Negli stessi giorni arrivano in Procura diverse lettere anonime, alcune vere e proprie minacce, alcune si teme addirittura consegnate a mano.
Avvocato Adriani intervistato su Nove.it il 19 Aprile 2018, riporto alcuni passi che personalmente ritengo interessanti:
"Si va oltre l'orrore: un lembo di seno della ragazza francese viene spedito da una cassetta delle lettere di San Piero a Sieve al magistrato Silvia Della Monica che fino al 1982 aveva indagato sul Mostro e che forse aveva capito qualcosa e quindi occorre punirla, intimorirla al punto da costringerla a richiedere la scorta."
"Probabilmente un assassino istrionico che
ha in odio i propri simili e le Istituzioni
, che prova piacere quando uccide, in un delirio di onnipotenza, e poi si compiace sui giornali del clamore suscitato dalle proprie gesta.
Nel 1981 accade però qualcosa per cui rischia di essere individuato, ma ha amicizie importanti in apparati pubblici e riesce a non farsi beccare.
"
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