lunedì 9 luglio 2018

Vicchio scena del crimine

Appunto n. 25

Continua l'approfondimento su Vicchio. Questo nuovo capitolo non sarà neanche l'ultimo, è intenzione di chi scrive continuare a sviscerare l'argomento fintanto non si arriverà ad identificare il cosiddetto "uomo di Vicchio".

In attesa di entrare in possesso dei documenti relativi al duplice omicidio del 29 Luglio 1984 ai danni di Pia Rontini e Claudio Stefanacci, propongo in questo articolo una ricostruzione di quanto emerso fino ad oggi sugli elaborati prodotti durante le indagini. 
Si tratta nello specifico del verbale della scena del crimine firmato dal PM e del corposo elaborato dei professori Maurri - Marini. A questi si aggiunge anche un ulteriore lavoro a firma Maurri le cui pagine infatti non corrispondono a quelle del precedente.
Vi prego di essere comprensivi per eventuali refusi, vi anticipo che rimetterò mano più volte a questo testo, in modo da renderlo il più completo e corretto possibile.

Verbale di ispezione a cura del Pubblico Ministero.

Effettuato sulla scena del crimine a partire dalle ore 05:30 del mattino.

Viene qui integrato con la deposizione di Giovanni Autorino del 2 Maggio 1994.

La località del rinvenimento è la Boschetta, a 5 chilometri e 400 partendo da Dicomano in direzione Vicchio, sulla sinistra.
La luce del sole illumina già perfettamente.
Si osserva che c'è un largo nella cui parte anteriore si riparte una stradina di una sessantina di metri, nella cui parte terminale è delimitata a destra e anteriormente da un terrapieno, caratterizzato da una rigogliosa vegetazione. Il lato sinistro è delimitato da uno sbarramento costituito da siepi e da cespugli di rovo.
L'autovettura, una Panda 30 di colore celeste, è parcheggiata con la parte posteriore quasi a ridosso del terrapieno che delimita anteriormente la stradina, mentre la parte anteriore è rivolta alla provinciale.

Si provvede innanzitutto a far isolare il luogo del ritrovamento, onde consentire l'ispezione, predisponendo tre transennamenti sul viottolo, partendo dalla strada provinciale fino all'autovettura.
La Polizia Scientifica effettua i rilievi con foto e provvede alle misurazioni.

Viene rinvenuto un bossolo fuori dall'auto, sullo sterrato, a 40 centimetri dalla ruota anteriore destra. Per chi osserva l'autovettura, arretrando verso lo sportello. Quasi perpendicolarmente al basamento dell'auto.

La Panda presentava lo sportello destro chiuso, ma senza la sicura innestata, mentre lo sportello sinistro e il portellone posteriore erano l'uno chiuso con la sicura e l'altro chiuso a chiave.
Lo sportello destro aveva il finestrino completamente frantumato. Residuavano ancora frammenti di vetro nella guida laterale destra per chi osserva, qualche residuo nella canaletta inferiore e nello spigolo inferiore sinistro. Qualche frammento di vetro stazionava a terra, proprio all'esterno, nella parte sottostante lo sportello.
La maggior parte dei vetri, invece, erano all'interno dell'auto.
Il vetro del finestrino sinistro era abbassato di otto centimetri.

In prossimità dello sportello destro si evidenziavano alcune cose, partendo dal basso verso l'alto.
Nel predellino, cioè quella striscia che corre sotto lo sportello, nella parte mediana, si vede una macchia di sostanza ematica a superficie striata verticalmente, dalla quale sono colate alcune gocciolature che hanno imbrattato un fazzoletto di carta e alcuni fili d'erba che lì erano.
Passando più sopra noi notiamo che la fascia paracolpi di plastica di colore nero, che all'atto del sopralluogo era uniformemente ricoperta da una polverulenza bianca, probabile polvere di campagna dato il periodo estivo. Si notava sul terzo medio e parte sul terzo sinistro, due aloni di forma semicircolare che avevano una base di dieci centimetri e un'altezza di sei centimetri.
L'altezza da sotto l'arco della semicircolarità, a finire sullo sterrato sottostante, era di 60 centimetri.
In prossimità della canaletta dove corre il vetro, nella parte mediana, (forse) a 25 centimetri dal bordo sinistro, si apprezza una macchia di sangue.

Si provvede quindi a rilevare eventuali impronte latenti, al fine di non far sì che qualcuno potesse apporre una mano involontariamente.
Vengono cosparse con polveri esaltatrici le superfici utili e nella parte superiore dello sportello destro, la cornice, si sono evidenziate due serie di frammenti di impronte, tre più due. Purtroppo non si riveleranno utili per il confronto.

A questo punto viene aperta l'autovettura.
L'aletta parasole sinistra era abbassata.
I due sedili anteriori in stoffa erano ribaltati verso il cruscotto.
I frammenti di vetro erano sia sui tappetini anteriori e in quantità maggiore anche su quelli posteriori. Alcuni di essi si rinvennero imbrattati di sostanza ematica.
Un'altra macchia di sostanza ematica viene rinvenuta sulla bordatura che sta sotto lo sportello, sempre destro, in corrispondenza di quelle precedentemente citate.
Sul posto il medico legale nota che queste hanno una configurazione triangolare, unite da un istmo, sempre ematico, e sono contornate da micro gocciolature.

Sempre sullo sportello, all'altezza del pulsante di chiusura, si apprezza una striatura ad andamento semicircolare verso l'alto che parte lineare per arrivare, nella parte terminale superiore, come sbavatura.
A cinque o sei centimetri al di sotto di questa macchia ematica, vi è un'altra blanda apposizione ematica che trattiene delle formazioni pilifere, all'apparenza di colore nera, forse perché imbrattati.
Il medico legale sul posto è il dottor Marini, che ha provveduto non solo a repertare tutte le macchie di sangue, ma a identificarne i gruppi di provenienza, così come per i gruppi dei ragazzi.

Sotto il sedile anteriore destro, erano riposti un paio di pantaloni jeans di colore blu, una borsa da donna e un paio di scarpe simili alle Espadrillas, di colore rosso.
Sotto il sedile sinistro, lato guida, un paio di scarpe ginniche di color bianco a chiusura ermetica.

I ragazzi erano entrambi scalzi e non indossavano i pantaloni.

Sia il sedile che la spalliera posteriore sono stati tolti dalla loro naturale sede, chiusi a libretto e appoggiati lungo la paratia sinistra, in modo da far sì che il pianale fosse più grande. Proprio su quel pianale si trova il cadavere del ragazzo.
Sotto questo sedile e spalliera si trova un pantalone di colore verde, tipo militare, maculato di sostanza ematica, e una coperta.
All'interno delle pieghe della coperta vi è un contenitore di profilattici vuoto e un orologio di metallo bianco funzionante.
La superficie della spalliera che era addossata alla paratia è imbrattata di sostanza ematica con configurazione a rigagnoli, oltre ad un'altra sostanza organica che apparentemente sembrava vomito.

Il cadavere del ragazzo poggiava sul fianco sinistro, con la regione parietale addossata al portellone posteriore, e poggiava inoltre con la regione zigomatica e temporale sinistra.
Gli arti superiori li abbiamo rinvenuti abdotti, cioè più avvicinati al corpo, e piegati sotto il tronco.
Aderiva inoltre con l'anca sinistra, mentre gli arti inferiori assumevano quasi una figura fetale, perché erano flessi verso l'alto ed erano sovrapposti.
Sporgevano all'esterno soltanto i piedi.
Il ragazzo indossava una maglina di colore bianca a righe, un paio di slip e un paio di calzini tipo sportivo bianchi.
Tutti questi indumenti si rinvennero intrisi di sangue, con più accentuazione per gli slip e per la maglina.
La superficie corporea del ragazzo era ricoperta da una patina di sostanza ematica, tanto che si ovviò nel cercare di documentare accuratamente le eventuali soluzioni di continuo che potesse avere, perché era già intervenuto il "rigor mortis".
Altre configurazioni di sangue le rinveniamo sul lunotto destro posteriore. Queste assumono una configurazione a costellazione e sono di tipo puntiforme.
All'interno dell'autovettura, sui vetri, sul piancito posteriore, rinvenimmo anche una torcia elettrica di colore blu, la quale presentava delle macchie di sangue.

Questa torcia risulta essere funzionante, ma al momento del ritrovamento è spenta.

All'esterno.
Lo sbarramento del lato sinistro della stradina, costituito da cespugli e altro all'altezza della parte posteriore destra dell'auto, si diradava.
Si nota che l'erba era calpestata e i cespugli presentavano un abbassamento verso il campo che da lì si estendeva.
Oltrepassata questa barriera che delimitava il lato sinistro, viene rinvenuto il corpo della ragazza.

Prendendo come punto di riferimento la cicatrice ombelicale e il centro del tetto dell'autovettura, viene misurato che la ragazza si trovava a 7 metri da essa, nuda.
La posizione era supina, la testa era ruotata a sinistra.
L'arto superiore destro si trovava disteso e in linea con la spalla e la mano stringeva alcuni indumenti intimi intrisi di sangue.
Il sinistro era abdotto, piegato ad angolo acuto e ruotato verso l'alto. Aveva un orologio di metallo bianco ed era spezzato in prossimità della chiusura.
Il bacino, la schiena, aderivano al sottostante terreno e gli arti inferiori erano divaricati e distesi.

Le lesioni da arma da taglio vengono individuate sulla regione anteriore del collo, quasi a scala e in diagonale.
Le lesioni da arma da fuoco, apparentemente sulla regione zigomatica destra e una sul braccio sinistro all'altezza del gomito.

Una volta rigirato il corpo si nota che le regioni scapolari, sottoscapolari, lombari e i glutei e le cosce presentavano delle ecchimosi da probabile trascinamento. Graffi che assumono varie direzionalità.
Sulla regione lombare sinistra si apprezza un'altra soluzione da arma da fuoco.

Gli oggetti ornamentali: ai lobi aveva degli orecchini di metallo giallo; aveva degli anelli all'anulare e al medio (destro o sinistro?); una catenina spezzata nella parte anteriore; un braccialetto.


Le mutilazioni hanno interessato il seno sinistro e la regione pubica. Apparentemente sembrano prodotte da uno strumento molto affilato perché i lembi non si presentano frastagliati ma netti, sia al seno che al pube, dove penetrano in cavità.




***

DIDASCALIE:

"Rilievo numero 1: insieme dell'autovettura vista anteriormente. La freccia numero 2 indica il punto ove è stato rinvenuto il bossolo "Z".
Questa è la parte terminale del viottolo. Sulla sinistra è lo sbarramento che delimita il lato sinistro, e il terrapieno è ricoperto da abbondante vegetazione.  


"Rilievo numero 2: altro insieme dell'autovettura, per evidenziare i sedili ribaltati e l'aletta parasole sinistra abbassata." 

"Rilievo numero 3: particolare del bossolo "Z" di cui al rilievo numero 1."


"Rilievo numero 4: l'autovettura vista dal terrapieno. La freccia numero 3 indica il punto ove è stato rinvenuto il cadavere della Rontini; il tratteggio verde indica il piccolo sentiero che va dall'autovettura al campo."


"Rilievo numero 5: insieme dell'autovettura vista dalla sua destra."


"Rilievo numero 6: insieme dello sportello destro. La freccia numero 1 indica la macchia di sostanza ematica a superficie striata; la numero 2 le due macchie lasciate per asportazione di polvere; la numero 3 una goccia di sangue coagulata. Le frecce A e B il punto ove sono state evidenziate due serie di impronte digitali."


"Rilievo numero 7: particolare della parte mediana dello sportello destro, ove si notano due aloni derivati da asportazione di polvere."


"Rilievo numero 8: insieme della metà anteriore interna dell'autovettura. Si può intravedere sotto il sedile destro il pantalone." 


"Rilievo numero 9: altro insieme, come il precedente, per evidenziare la parte retrostante i sedili anteriori. Sul tappetino posteriore destro si nota una piccola torcia a pile. Le lettere "O", "T", "S" indicano il punto ove sono stati rinvenuti numero 3 bossoli calibro 22." 


I bossoli, lato interno, sono indicati con le lettere "O", "R", "S" e "T".
"O" è posizionato in prossimità della borsa, sotto il sedile anteriore destro.
"R" si trova nel binario di scorrimento del sedile sinistro, lato esterno, porzione terminale posteriore.
"S" e "T" si trovano a ridosso dello sportello sinistro.
Un quinto bossolo è all'esterno.

"Rilievo numero 10: particolare dei bossoli "S", "T""

"Rilievo numero 11: particolare del bossolo "R"sulla guida del sedile anteriore sinistro".  


"Rilievo numero 12: particolare della macchia di sostanza ematica a superficie striata; nella parte sottostante si notano alcuni peli di colore nero".


"Rilievo numero 13: insieme del cadavere dello Stefanacci visto dallo sportello destro. Sulla coscia destra faccia esterna si nota una strisciata di sostanza ematica. Altre macchie sono sulla superficie della spalliera a destra della foto".  


"Rilievo numero 14: altro insieme del cadavere visto dallo sportello sinistro".

La posizione fetale del ragazzo, molto rannicchiato, e come è stato spostato il sedile.

"Rilievo numero 15: insieme del cadavere della Rontini. Trattenuti nella mano destra alcuni indumenti intimi, intrisi di sangue".

"Rilievo numero 16: particolare del volto, con riferimento all'asportazione della mammella sinistra".


"Rilievo numero 17: i due adesivi "A" e "B" con frammenti di impronte asportate dal montante superiore dello sportello destro. Gli stessi - al 18 - fotografati a grandezza naturale ed invertiti - al 19 – di posto e di colore per eventuali confronti".  


"Rilievo numero 20: particolare dei fondelli dei 5 bossoli repertati fotografati a grandezza naturale e in rapporto di 2 a 1 per meglio evidenziare le tracce".

Le tracce in riferimento specialmente alla percussione.

"Rilievo numero 1: particolare della parte interna dello sportello".
All'interno vi poggiava un giornale, "La Gazzetta dello Sport", che presentava una macchia su una delle pagine.
Sotto vi era un coltello da cucina con filo seghettato che presentava anche degli imbrattamenti.
Sotto l'alloggiamento viene trovata la linguetta di una lattina.

"Rilievo numero 2: particolare del coltello rinvenuto nel portaoggetti di cui al rilievo precedente".
Si vedono degli imbrattamenti di sostanza che però non risulterà ematica.

"Particolare di due macchie di sangue di forma ovoidale e di alcuni schizzi sulla parte mediana della sottoporta destra".  

"Rilievo numero 5: particolare di alcuni schizzi di sangue sul vetro laterale posteriore destro e di alcune striature sulla superficie metallica circostante".  

"Rilievo numero 6: particolare della parte terminale dei pantaloni, di colore verde militare, sul pianale posteriore dell'auto, sotto il sedile posteriore."


"Rilievo numero 7: particolare dei pantaloni di cui al rilievo precedente".


"Rilievo numero 8: particolare del foro da colpo di arma da fuoco sulla tasca posteriore del pantalone di cui al rilievo precedente".  

"Rilievo numero 9: particolare dei pantaloni jeans di colore blu fotografati in questi laboratori per evidenziare le chiazze di sangue sulla parte posteriore".  


"Rilievo numero 10: particolare del portafoglio".  


Da qui in poi mancano le didascalie che vengono successivamente inserite a mano.

"Idem di cui rilievo numero 6 per il terreno adiacente all'auto".  
Il bossolo vicino alla macchina e la macchia a superficie striata.
Particolare della torcia per evidenziare le maculazioni di sostanza ematica.
Diversi vetri.
I bossoli "T" ed "S".

"Idem di cui al rilievo 11 per il bossolo "R"".

"Di cui al rilievo numero 12 per le tracce ematiche e i peli".  


"Idem di cui al rilievo 14".  


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Vari spunti emergono in dibattimento.
L'avvocato della difesa Rosario Bevacqua riporta che gli agenti della Scientifica nel loro verbale riferiscono che furono rinvenuti diversi oggetti.
Una borsa in pelle marrone della Rontini contenente i suoi documenti, banconote da 10.000 italiane, tre banconote di valute straniera, un pezzo da 100 e uno da 50.
Un orologio da uomo in metallo.Un portafoglio dello Stefanacci, trapassato da un proiettile, con dentro denaro contante per la somma complessiva di 47.000 lire.

Viene effettuato il rilievo di aloni di forma semicircolare dal diametro di 10 per 6 e derivati da asportazione di polvere, distanti dal suolo circa 60 centimetri, sulla parte destra del fascione paracolpi della carrozzeria. Impronte lasciate forse da qualcuno che ha aperto lo sportello, qualcuno che si è appoggiato.
Potevano essere opera dell'assassino oppure essere pregressi al fatto.

Viene effettuata una ricerca al fine di rinvenire eventuali impronte plantari, ma non ne vengono rinvenute.

Le chiavi di casa della Rontini sembrerebbero essere state sottratte (da verificare).
Non si ha notizia circa la custodia vuota degli occhiali dello Stefanacci di cui parlarono anche al telegiornale.
La collanina rotta indossata dalla Rontini non è chiaro se è stata restituita dagli uffici di Medicina Legale.
Non si sa se la notte del delitto era stata attivata la grande croce luminosa di Monte Senario.
Non si hanno notizie in merito alla rumorosità del luogo, nello specifico rumori causati dalla pompa che adduceva l'acqua della Sieve fino alla fattoria "Il Forteto".

*******

Ad integrare gli elaborati, estratti dalle deposizioni di Mauro Maurri e Giovanni Marello del 6 Novembre 1997.

Introduzione di Marello:
"Come negli altri casi che precedettero questo evento delittuoso, la prima vittima della violenza omicida fu il ragazzo e successivamente la donna.
Anche in questo caso perciò abbiamo i primi colpi esplosi nei confronti del giovane - e questo è dimostrativo del fatto che uno dei proiettili che raggiunsero il giovane fu quello che verosimilmente infranse anche il vetro dell'autovettura e conseguentemente si ridusse la forza vitrea del proiettile stesso - e poi successivamente l'aggressore si interessò della donna.
Anche in questo caso abbiamo una serie di lesioni molteplici caratterizzate sia da dei colpi di arma da fuoco esplosi nei confronti della donna e delle ferite da punta e taglio nonché delle ferite da taglio.
Per quanto riguarda i colpi esplosi nei confronti della donna possiamo evidenziare un paio di colpi: uno che attraversa l'avambraccio e uno - quello mortale poi - che entrando dalla guancia destra della ragazza, percorre praticamente la parte bassa della scatola cranica per andare poi a innicchiarsi a livello della sede occipitale.
Questo colpo, che poi risulterà essere il colpo mortale, non è stato immediatamente mortale.
Ha portato indubbiamente a una situazione comatosa susseguente all'evento lesivo, ma ciò ha consentito una certa sopravvivenza della ragazza che è stata a questo punto attinta da altri colpi, a livello del collo: precisamente due ferite da punta e taglio, che hanno tutte le caratteristiche delle ferite vitali e conseguentemente sicuramente inferte in vita.
La morte non era ancora sopraggiunta, in maniera precisa.
A questo punto, la ragazza che si trovava ancora all'interno dell'autovettura nel momento in cui furono inferte le coltellate a livello del collo, e questo lo deduciamo da altri reperti accessori, in particolare dal sangue che ritroviamo sull'arto inferiore della ragazza.
Sangue che è determinato a livello della coscia, faccia superiore, dalla gocciolatura del sangue dalle ferite del collo.
Le ferite da taglio al collo sono inferte ancora durante la vita.
Il cuore continua a battere e conseguentemente pulsando riesce a spingere con violenza il sangue al di fuori delle ferite.
Il fatto che le ferite al collo siano vitali sono determinate da tutta una serie di elementi medico-legali che vanno dall'infiltrazione ematica della ferita e anche dai controlli istopatologici che sono poi stati effettuati sulle stesse da parte del collegio peritale.
Successivamente a questo ferimento la Rontini venne estratta dall'autovettura e venne trascinata all'esterno per circa 7 metri.
Durante il trascinamento, le lesioni che si produssero a seguito del terreno sconnesso e dei rovi che erano presenti, furono praticamente lesioni da graffio lungo tutta la faccia posteriore del corpo della donna. In particolare lungo il terzo superiore della coscia, faccia glutea, dorso. Non a livello del cuoio capelluto sia perché in parte protetto dai capelli, e in parte protetto anche dai vestiti che erano nel frattempo risaliti a seguito dello strisciamento.
Tant'è vero che si sono ritrovate delle foglie e del terreno che sono andati ad infiltrarsi fra il corpo ed i vestiti stessi.
Queste ferite, questi graffi che noi troviamo sulla parte posteriore del corpo della Rontini, sono indicativi di un trascinamento ormai in fase di limine vitae, o addirittura mortale.
Quando la donna viene sottoposta alle ulteriori mutilazioni, abbiamo delle ferite sicuramente post-mortali.
(cut)
Se però noi andiamo a vedere a livello delle gambe, cioè a livello delle caviglie, dove la ragazza fu afferrata, vi erano due zone ecchimotiche che all'incisione evidenziavano uno stravaso emorragico. Ciò significa che lì la ragazza fu violentemente afferrata e trascinata.
Nel momento in cui fu afferrata la ragazza era ancora viva. Dal punto di vista cardiaco, ovviamente. Dal punto di vista della funzione della circolazione ematica.
(cut)"

Maurri sul ragazzo:
"Il particolare del vetro della portiera di sinistra, infranto, opposto a quello di guida.
Un frammento di questo vetro è penetrato col proiettile nel corpo del ragazzo. E' chiaro che le ferite da arma da fuoco hanno preceduto le ferite da arma bianca.
(cut)
Numerose lesioni (sono dieci).
La prima di queste a livello ascellare anteriore, che però non penetra, (incomprensibile), con infiltrazione ematica.
Un'altra, con modesta infiltrazione all'ipocondrio sinistro, cioè grossomodo alla regione della milza, diretta anche questa verso l'altro...
A livello del fianco sinistro, altra lesione sempre con interessamento degli spazi interscostali, da dietro in avanti (?)...
Perfora i muscoli...
(cut)
Per quel che riguarda il tronco, fino alla lettera "L"...
(cut)
Alcune di queste, stando almeno alla descrizione macroscopica, hanno carattere di vitalità.
Cioè c'è ancora quel residuo di circolazione sanguigna che ci fa pensare che il soggetto, nonostante fosse gravemente ferito, non fosse ancora morto.
Danno l'impressione di una finalità. Cioè quella di compiere l'azione definitiva che invece i colpi di arma da fuoco avevano compiuto solo fino ad un certo punto."

Marello:
"C'è stata ovviamente un'azione combinata e che il ragazzo fosse ancora in vita è evidente dal fatto che praticamente ha compiuto dei movimenti finalistici quando si è reclinato lateralmente per vomitare all'interno dell'autovettura e quando praticamente ha offerto la schiena poi all'aggressore.
E questo è un altro elemento che ci permette di vedere come la vita non avesse ancora abbandonato il soggetto."

I colpi di arma da fuoco sono tre: uno all'orecchio sinistro, uno a livello dell'ipocondrio e infine un terzo a livello della regione clavicolare.
Tutti abbastanza alti.
Il colpo che è passato attraverso il vetro non è penetrato in profondità.
Si può dedurre che i colpi di arma da taglio sono successivi a quelli di arma da fuoco.

Marello:
"Riguardo alle lesioni di arma bianca, dobbiamo considerare che queste non hanno dei caratteri distintivi peculiari del tipo di arma.
La cosa che possiamo affermare con certezza è che quando l'arma è stata utilizzata nel senso del punta e taglio, si può notare una regione più larga che è determinata dalla costa dell'arma. Perché l'arma è praticamente a sezione triangolare, una parte affilata e la parte della costa invece, essendo più larga dà un segno ben preciso che si vede a livello della ferita.
Quando poi invece si utilizza l'arma come tagliente, per il caso delle escissioni, è chiaro che qualsiasi tipo di tagliente ha le stesse identiche caratteristiche.
Per cui verosimilmente si può parlare di utilizzazione di un'arma unica perché non vi è motivo di ritenere di dover fare il cambio del coltello a metà di un'opera, però non abbiamo delle indicazioni precise relativamente a questo tipo di possibilità in quanto il tagliente produce sempre una lesione da taglio e la ferita, invece, da punta e taglio, assume una serie di caratteristiche relative al tipo di arma e in questo caso possiamo dire arma dotata di una costa. E non perciò un doppio tagliente, un monotagliente, o un bi-tagliente, o un tri-tagliente e nient'altro."
E' possibile che a trascinare la ragazza siano stati più soggetti?
"La cosa che possiamo dire è che c'erano questi stravasi ematici al di sotto della cute, per cui è un afferramento di una certa violenza. Però non possiamo parlare di estensione. Nel senso se erano due mani affiancate o una singola mano che ha afferrato la caviglia della donna. Questo non è possibile dirlo.
Uno era a livello della sura, perciò un pochettino più in su a livello del polpaccio, come afferramento, e uno invece più decentrato, cioè più distale.
Non sono alla stessa identica altezza.
Però la cosa che possiamo dire è che sicuramente la ragazza appoggiava per terra tutta la parte del dorso, i glutei e il terzo superiore della coscia.
Perciò da un certo punto in su queste gambe erano alzate, gli arti inferiori erano sollevati.
O una persona al centro, trascinando i due arti. O due persone, lateralmente agli arti, una per arto. Possono essere ipotesi altrettanto valide."




***

Ispezione cadaveri autoptica depositata il 30 Agosto 1984 dal professor Maurri:

Pagina 26
Riguardo al tipo di arma utilizzata per le escissioni.
La zona di seno escissa aveva un diametro di 17 o 18 centimetri, un seno quindi di dimensioni piuttosto grosse.
Contrariamente a quanto avverrà sul seno della ragazza francese nel 1985, dove si troveranno piccole lesioni parallele tra loro e quasi trasversali, qui ce n'è una serie su una unica linea longitudinale.
Quindi potrebbe ammettere solo l'azione di una costola lievemente ziglinata, non ripetuta, unica e in senso longitudinale.

Pagina 29
"All'esterno della cruentazione provocata dall'asportazione mammaria, in corrispondenza dell'arco di cerchio compreso tra le 3 e le 5, ci sono sette soluzioni di continuo della cute e del sotto cutaneo longitudinali, di cui le prime sei sono disposte su una stessa linea longitudinale della lunghezza complessiva di 8 centimetri.
Di questi 8 centimetri nel cerchio (?) inferiore sono state raggruppate 5 delle 7 ferite.
La settima soluzione di continuo è di circa 1 centimetro.
Tali soluzioni di continuo sono superficiali e perforano."

***

Elaborato dell'Istituto di Medicina Legale depositato nel 1984 dai professori Maurri e Marini:

Pagina 6
"E' probabile che, come del resto si suppone sia accaduto con lo Stefanacci, la ragazza, sorpresa dal rumore, dalla luce, dalla rottura del vetro della portiera di destra, si sia istintivamente sollevata a sedere, offrendo così con nettezza ancora maggiore a bersaglio della faccia dell'arma omicida."

Pagina 21
"I colpi in questione sono sei e di essi cinque hanno raggiunto i bersagli umani ed uno ha invece perforato l'indumento del ragazzo andando con molta probabilità..." a perforare il portafoglio.
Il ragazzo ha vomitato, forse per la paura, per il dolore o per le contrazioni agoniche o pre-agoniche a seguito dei colpi ricevuti.

Pagina 26
"Lo slip presenta una lacerazione sul davanti, a sinistra, vicino all'elastico del bordo, che è a tutto spessore, a forma lineare lievemente ad occhiello, obliqua dall'alto in basso" eccetera.
"Questa soluzione di continuo si osserva anche a tutto spessore sul pezzo di carta biancastra che era stato collocato all'interno dello slip."
Si trova anche un altro fazzoletto imbrattato di sangue, riportato a pagina 2 del verbale di sopralluogo e riportato qui ad inizio articolo.

Pagina 27
"Indumenti rinvenuti in macchina."
Didascalia foto: "particolare della parte terminale dei pantaloni di colore verde militare."
Dal sedile sporge la stoffa di tipo militare verdastro dei pantaloni.
"A livello dei pantaloni si osservano numerosi imbrattamenti, tutti verosimilmente originali, diffusi in particolare per estensione alla faccia anteriore gambule sinistro."
Per tutta la coscia fino al ginocchio, alla zona della cerniera, sul gambule destro anteriormente, sopra e sotto il ginocchio ed alla regione della tasca laterale destra.
"Imbrattamenti di minore entità ed estensione sempre molto verosimilmente di origine ematica sono presenti anche nella faccia latero superiore del gambule destro in corrispondenza della coscia e sul davanti del gambule sinistro in basso."
"Sono chiazze poligonali per lo più tenue regolarmente distribuite anche le molteplici spiegazzamenti dell'indumento sì che le chiazze stesse si trovano sulle creste ma non sul fondo delle pieghe che l'indumento ha fatto."

Pagina 31
"Sulla regione posteriore destra, proprio al centro della tasca e poi sulla fodera posteriore e sulla fodera anteriore della stessa tasca, ci sono altri tre fori oltre quello del tramite del proiettile. Numerazione dall'11 al 13.
Piccoli, regolari, con margini sfrangiati come il precedente."

Pagina 33
"In definitiva si tratta sicuramente delle perforazioni da parte di un proiettile da arma da fuoco che può aver determinato esso tutti i fori, compresi quelli del portafoglio e del suo contenuto."
L'ipotesi alternativa ma meno sostenibile della prima è che sono due i colpi che attingono i pantaloni e non uno solo.

Pagina 41
Reggiseno e blusa (camicetta in stile indiano) impigliati alla mano della ragazza.
"Si ribadisce che il reggiseno non è slacciato, che sono integre le fibbie e gli anellini e gli spallini e che non vi sono lacerazioni di sorta."
"L'indumento è completamente intriso di sangue."
Non è chiaro se dice "completamente" o "contrariamente", ma in altre udienze dei processi viene riportato come imbrattato di sangue. Chi scrive si ricorda diversamente dalle foto ma in attesa di ulteriori verifiche prendiamo per buono l'imbrattamento.

Pagina 42
I pantaloni della ragazza.

Pagina 45
Capitolo intitolato: "eventuale sopravvivenza e possibilità di movimenti coordinati e finalistici della ragazza".
"Se ne deve dedurre quindi che già il colpo d'arma da fuoco alle strutture craniche encefaliche ha sicuramente determinato una immediata, profonda perdita di coscienza e della mutilità volontaria, rivelatasi purtroppo irreversibile."
"Non ha potuto muoversi nemmeno minimamente, con assoluta impossibilità di compiere atti coordinati e finalistici."

Pagina 55

"Il colpo d'arma da fuoco, penetrando dalla guancia nella cavità cranica, ha provocato la frattura del tetto di entrambe le orbite ed inoltre l'asportazione di un tratto del corpo dello stenoide, cosicché la base cranica è risultata comunicante con le cavità nasali e con il cavo orale. Il sangue proveniente dal tramite osseo e cranico è defluito quindi in quantità notevole nei cavi suddetti, favorito anche dalla gravità, riversandosi successivamente in parte minore all'interno dell'albero bronchiale nella quasi totalità dello sterno."

Pagina ???

"Subito dopo fu raggiunta da alcuni colpi di arma bianca al collo allorché essa è sicuramente priva di coscienza."

Pagina 59

"Eventuale sopravvivenza e possibilità di movimenti coordinati finalistici della ragazza dopo il colpo di arma da fuoco alla testa".
"Sul cadavere non ci sono segni che indichino la comparsa di morte immediata”.
"Al contrario, ci sono segni indicativi di una certa sopravvivenza che come abbiamo già detto sono rappresentati dall'edema polmonare".
"Per quanto riguarda il carattere delle lesioni da arma bianca al collo della ragazza si può conclusivamente dire che se sono molto più probabilmente inferte in vita che in morte inferte in vita che non in morte. Ciò perché lo stravaso ematico lungo il tramite, lungo alcuni dei muscoli della regione latero cervicale sinistra è stato abbondante".
"La ragazza gemeva e l'autore ha usato il coltello per farla smettere di gemere. Perché poi ha dovuto fare le escissioni". Quest'ultima frase non è chiaro se viene letta o se è, più probabilmente, il pensiero di chi stava parlando in aula.

Pagina 76
"Se si assume - come è probabile - che i due fidanzati, immediatamente prima di essere fatti bersaglio dei colpi di pistola, fossero semi sdraiati sui sedili posteriori della macchina, e se si assume anche - come logica vuole - che essi si siano resi conto del pericolo incombente, forse per rumori in tutta vicinanza della macchina o per l'abbagliamento provocato da una lampada elettrica..." 

Pagina 102

Capitolo intitolato "come e quando sono stati rimossi gli abiti dal corpo della ragazza".
Il reggipetto e la blusa sono "trattenuti all'altezza del polso e della mano destra."
Si ipotizza che per liberare il seno della ragazza per effettuare quell'escissione, il vestiario è stato fatto passare attraverso un braccio, dalla testa, ed è rimasto nell'altro braccio, in un movimento di svestizione.

Pagina 112
"Spruzzi di sangue."

Pagina 142
Viene analizzato il contenuto vaginale ma non vengono rilevate tracce di sperma.
Da parte dei due esperti, la ricerca viene effettuata solo e unicamente sui cadaveri.


Questo è quanto sono riuscito a raccogliere finora sui documenti di Vicchio, ancora noiosamente inediti per noi studiosi del caso. Invito a ritornare a leggere questo appunto ogni volta che lo riterrete utile per i vostri approfondimenti perché è molto probabile che continuerò a modificarlo e migliorarlo.



Giovanni Autorino deposizione del 2 Maggio 1994 (Insufficienza Di Prove)