sabato 19 maggio 2018

dopo Vicchio

Appunto n. 24

Proseguiamo con l'analisi dei fatti di cronaca e delle testimonianze attorno al delitto Rontini - Stefanacci del 29 Luglio 1984 spostandoci stavolta ai giorni immediatamente successivi.
E' trascorsa soltanto una settimana quando su L'Unità compare un'interessante intervista a un noto psichiatra che ipotizza la possibile malattia del Mostro e si lascia andare ad alcune considerazioni che vale la pena leggere.


L'Unità
5 AGOSTO 1984

Intervista allo psichiatra Pancheri sulla personalità dell'ignoto maniaco
"Il mostro di Firenze non ricorda quello che ha fatto"
Probabilmente colpisce dopo aver collezionato l'ennesima frustrazione sessuale

ROMA - Sono ormai tanti anni che il cosiddetto "mostro" di Firenze colpisce, e tutti concordano nel ritenere che l'assassino sia un malato psichico. Ma secondo lei, professor Pancheri, può una malattia del genere durate inalterata per tanto tempo? O si deve prevedere che essa conosca un'evoluzione, e che prenderà presto una piega piuttosto che un'altra?
"Dipende dall'età, a mio parere" dice il professor Paolo Pancheri, direttore della quinta clinica psichiatrica all'Università di Roma. E' a casa, vi trascorre una parte delle ferie:
"Roma - spiega - è quanto mai piacevole in queste settimane".
In altri periodi dell'anno il professore sceglie invece, per le ferie e un vero riposo, la sua stanza abituale in un efficientissimo albergo di Nuova York; lo rasserena quando è là, e lo rinfranca, constatare in ogni momento che ogni cosa funziona alla perfezione.
"Ma torniamo al nostro malato, mi fa piacere parlarne con lei perché questo mi dà modo di sviluppare pensieri sui quali nei giorni scorsi, leggendo i giornali, mi ero già soffermato.
Se il male dell'autore degli omicidi di Firenze si è sviluppato quando aveva vent'anni, oggi è da credere che esso persista affatto inalterato."
- L'omicida quindi può continuare a colpire come ha già colpito.
"Se invece la malattia è insorta quando aveva ormai quaranta, quarantacinque anni, sarà da credere che essa sia prossima a invecchiare, così come invecchia la persona. La mia idea però è che il nostro malato abbia cominciato a colpire quand'era abbastanza giovane."

PROFILO CLINICO
- Si può tentare di tracciarne un profilo clinico? Lo scopo è sempre, naturalmente, quello di trovare il modo di prevedere il suo comportamento.
"E' difficile, stando a quanto si riesce a sapere di lui dai giornali. Noi non conosciamo il paziente, e quindi bisogna fare appello all'immaginazione per tentare di descrivere questo eventuale comportamento: ma sarebbe assai utile se si cominciasse a raccogliere in un calcolatore tutte le particolarità del comportamento di malati di questo genere, nel nostro e in altri paesi. Intanto direi che, clinicamente, qui non abbiamo a che fare con un paranoico: quest'ultimo vive in un proprio delirio, si ritiene perseguitato. Non è il nostro caso. Direi che esso non rientra neanche nelle patologie consuete. Certamente non è uno schizofrenico: quanto meno, a me casi del genere non sono capitati mai. Il nostro malato mi fa pensare piuttosto all'epilessia".
- Si tratta di quel male per cui chi ne è colpito si butta a terra, si torce, sbava?
"Il male non si manifesta solo e sempre così. Diciamo che per via di una lesione al cervello, per esempio, l'epilessia riduce nel paziente la soglia della capacità di controllo del comportamento. Quando interviene scatena manifestazioni che sono già pronte.
Per lo più, poi, il malato non ricorda quello che ha fatto; però può accadere anche il contrario. Anzi, ora che mi ci fa pensare, il caso di Firenze mi fa tornare in mente la vicenda di un mio paziente, un vero epilettico. Quando lo colpiva la crisi scappava di casa, se ne stava via anche due o tre giorni filati, passava il tempo a spiare le coppie nei prati e nei boschetti. Viveva nella sua macchina, tornava a casa dopo queste assenze in stato pietoso: sudicio, con la barba lunga, stremato. Ma ricordava tutto e diceva che quando la crisi arrivava l'impulso era irresistibile. Naturalmente la somiglianza con il caso di Firenze finisce qui, il mio paziente non ha mai ucciso. Sottoposto a terapia, in seguito, è molto migliorato".
- Vedo che anche per il caso di Firenze lei pensa a un voyeur, a un guardone.
"Beh, sì. E' un comportamento di base che può essere favorito da diverse circostanze. Per esempio, mi stupirebbe che l'assassino fosse sposato, che avesse comunque una compagna fissa. Forse ha problemi con la madre, forse anzi vive solo con la madre o forse del tutto solo, addirittura".
- Ho conosciuto un anziano aristocratico che per non dare un dispiacere alla mamma, vecchissima e con la quale continuava ad abitare, non si era voluto sposare mai. In compenso aveva fatto strage di cuori di cameriere, domestiche e commesse in tutto il quartiere.
"Succede. Ma non perciò, poi, uccideva, no? Qui, magari, noto un'altra caratteristica: il nostro malato è terribilmente insicuro perché va in giro armato: una pistola e un coltello".

ESCE ARMATO
- Non pensa che si armi così le sere in cui ha deciso di uccidere?
"Sarei più propenso a credere che di solito, quando va per prati, esce armato. Poi non è detto che uccida ogni volta che si mette a spiare una coppia. Spiare gli altri è un suo comportamento di base come lo è andare in giro armato. La crisi epilettica, l'impulso a farlo, può essere scatenato da un fattore esterno: dall'alcol, per esempio, perfino da una bevuta di acqua, poiché la pressione di questa nel corpo accentua l'edema del cervello".
- E quindi anche, forse, dalla vista di una coppia che fa l'amore; anzi, che si accinge a fare l'amore: è stato notato che il malato scatta proprio quando i due stanno per terminare le manovre di approccio.
"Lo stato di eccitazione infatti può provocare la crisi. Oppure la può provocare un'estrema frustrazione: per esempio il nostro malato ha tentato un'ennesima volta di andare con una donna la sera prima, qualche giorno prima, e ha fatto cilecca. Questo avvenimento esterno può provocare la crisi, l'impulso irresistibile in un malato che, normalmente, appare invece piuttosto mite.
Nessuno pensi che un malato di questo tipo a un semaforo, per esempio o per un sorpasso, impugnerà mai la pistola o il cacciavite. Anzi, molto probabilmente esibirà un atteggiamento sottomesso."
- Mi pare che il campo delle possibilità si stia restringendo. Anzitutto dunque si dovrebbe cercare un uomo tra i trenta e i quarant'anni di età, o poco più. Poi lo si dovrebbe ricercare tra coloro che vivono soli o con la madre.
"Soprattutto, se fossi inquirente, cercherei nell'ambiente delle prostitute. Chiederei se per caso il giorno prima, o pochissimi giorni prima dell'eccidio una di loro non abbia avuto tra i clienti un uomo particolarmente inibito e che anzi abbia reagito con qualche stranezza alla constatazione di non essere in grado di consumare l'atto".

a firma: Silvano Villani

*****

Passano due mesi dalla pubblicazione dell'articolo ed abbiamo un nuovo omicidio in pieno centro a Firenze.
Ancora una prostituta non più giovane, ancora nessuna effrazione nell'appartamento.
La donna si sentiva da tempo minacciata.
Facendo viaggiare la fantasia, è opera di un mostro che tenta di zittire una possibile testimone?
Luisa Meoni come Pinuccia Bassi, uccisa tre giorni prima di Vicchio?




L'Unità
14 OTTOBRE 1984

La donna ha aperto la porta di casa all'assassino
PROSTITUTA SOFFOCATA A FIRENZE
E' LA QUARTA VITTIMA DAL 1982

Una prostituta, Luisa Meoni, di 46 anni, di Lasta a Signa, è stata uccisa nel suo appartamentino situato al primo piano di un edificio di via della Chiesa, a Firenze.
La donna, secondo i primi accertamenti di carabinieri e polizia, sarebbe stata soffocata.
Il cadavere è stato trovato disteso sul pavimento della camera da letto.
Luisa Meoni era vestita ed i suoi abiti sono stati trovati in ordine. Il 27 luglio scorso un'altra prostituta, Giuseppina Bassi, di 55 anni, fu strangolata da ignoti nel suo appartamento vicino alla stazione di Santa Maria Novella.
Negli ultimi tempi altre due prostitute sono state assassinate nei loro appartamenti di Firenze: Giuliana Monciatti, di 40 anni (12 febbraio 1982) e Clelia Cuscito, di 37 anni (14 dicembre 1983), entrambe uccise a coltellate. Anche i responsabili di questi delitti non sono ancora stati individuati.
A scoprire il cadavere di Luisa Meoni è stata la donna delle pulizie quando ieri, verso le 11, si è recata nell'appartamento della prostituta. Il corpo si trovava supino sul pavimento della camera da letto.
L'assassino, o gli assassini, le avevano immobilizzato le braccia annodando tra loro le maniche del maglione che la Meoni indossava. La bocca era tappata da un batuffolo di cotone che ora è all'esame degli investigatori.
Sul corpo non sono stati riscontrati segni evidenti di violenza, per cui gli inquirenti ritengono che Luisa Meoni possa essere stata soffocata con il batuffolo di cotone.
La stanza è stata messa a soqquadro e, secondo le prime indagini dei carabinieri del reparto operativo, sono stati presi denaro e preziosi. I carabinieri quindi hanno preso in considerazione l'ipotesi che ad uccidere la prostituta siano stati dei rapinatori ma non escludono collegamenti con i precedenti delitti di prostitute ed in particolare con quello di Giuseppina Bassi.
E' stato inoltre accertato che è stata la donna (la quale venerdì sera era sicuramente viva) ad aprire al suo assassino, poiché non sono stati trovati segni di effrazione. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Emma Boncompagni.


gli omicidi prima di Vicchio (Appunto n. 23)
il Mostro di Vicchio (Appunto n. 22)

mercoledì 9 maggio 2018

prima di Vicchio

Appunto n. 23

"Tanti delitti, molte domande".

Sono queste le parole di Riccardo Catola, sulle pagine de La Nazione il 29 Luglio 1984.
Perché la settimana che precede il duplice omicidio Rontini - Stefanacci, si è svolta una vera e propria carneficina:

Adele Barsi.
Insegnante fiorentina di lettere alla scuola media "Don Facibeni".
Trucidata in vacanza a Brunico, Alto Adige, da un maniaco senza volto.

Un cadavere carbonizzato e tutt'ora senza nome, accanto a un'auto rubata, ritrovato nei campi di Cornocchio, fra Calenzano e Barberino del Mugello.

Franco Sommovigo, tecnico fiorentino dell'arsenale militare di La Spezia.
Dipendente del "Geografico Militare" trovato morto in mare in circostanze assai misteriose e inquietanti.

Ma soprattutto:

26 LUGLIO 1984, giovedì
Ore 21-22.
Giuseppina "Pinuccia" Bassi, prostituta di 55 anni.
Strozzata in un appartamento di via Benedetta 2, dietro Via della Scala, di fronte alla discoteca Space Elettronic.
Il suo yorkshire Puffi non ha abbaiato durante l'aggressione ed è rimasto a vegliare il cadavere della padrona.
Cadavere nudo ritrovato alle ore 13 di Venerdì dall'amico e padrone di casa Umberto Cirri.
Completamente nuda, occhi sbarrati, distesa supina sul tappeto della camera da letto.
Lenzuola del letto disfatte.
Medici legali Mauro Maurri e Mario Graev.
Nessuna colluttazione, nessuna resistenza della donna, nessun segno di violenza a parte lo strozzamento operato con mani alquanto robuste.
La donna aveva un fisico molto forte, avrebbe potuto reagire alla minima esitazione del maniaco.
Nessuna traccia sotto le unghie, né peli, né sangue, né fibre tessili.
Incassava almeno mezzo milione di lire al giorno, ma la borsetta bianca dove conservava i soldi non è stata ritrovata.
"Se c'è stato un furto, può anche aver avuto lo scopo di sviare le indagini."
Chi non la conosceva non avrebbe mai immaginato il suo mestiere. Era molto elegante, riservata e cortese.
Nata a Rovigo, si trasferì a Firenze nei primissimi anni Sessanta dopo aver avuto una figlia.
In quel periodo faceva l'indossatrice per una casa di alta moda.
Ebbe una relazione con un ex pilota automobilistico, poi iniziò a prostituirsi in via Tornabuoni.
Per la propria sicurezza personale, dopo il '70 decise di prendere in affitto il magazzino di via Benedetta per accogliere i clienti.
In quegli anni abitava a Vaglia insieme a Pasquino Casati e la coppia nel '76 venne arrestata con armi e 300 grammi di eroina.
Entrambi assolti in appello, il compagno finì successivamente in carcere in Spagna.
Quindi Pinuccia era andata ad abitare in via Fiesolana, parallela di Borgo Pinti.





Troppi omicidi in una sola settimana.
Tutti senza colpevole.
Carabinieri e polizia cercano risposte a Firenze, nel Sud Tirolo e a La Spezia.

Sempre dall'articolo de La Nazione:

"Quando l'assassino è così abile da non lasciare tracce, quando nessuno vede o sente o sa dare una qualunque indicazione, quando soprattutto i delitti non hanno movente neanche in apparenza, è praticamente impossibile arrivare alla soluzione".
E' la spiegazione degli inquirenti.
In parte è ragionevole, in parte è tautologica, nel senso che risponde alla domanda con gli argomenti della domanda.
Come se si dicesse che un caso non si risolve per il semplice motivo che non si risolve.
Spiegazioni simili ne sono state sempre date anche a proposito del Mostro di Firenze, il maniaco delle coppiette che per quanto ne sappiamo è ancora in libertà malgrado l'arresto di ben tre persone.
Sono valide queste spiegazioni?
(cut)
I vari squartatori di Londra sono ancora a piede libero.
I mostri di Boston e gli "Zodiac Killer" della California anche.
Segno che a tutte le latitudini scoprire chi uccide senza motivo è quasi sempre un rebus irrisolvibile. Anche a Firenze sono tanti. Nel dopoguerra superano la trentina.

Il giornalista non può sapere che, proprio quella sera, poche ore dopo la pubblicazione del suo articolo, il Mostro di Firenze tornerà a colpire, strappando la vita all'ennesima coppia di giovanissimi fiorentini.
E non è finita.
Nel prossimo appunto ci concentreremo sul dopo Vicchio, perché anche in quelle settimane l'ondata di sangue non si fermerà.


il Mostro di Vicchio (Appunto n. 22)

venerdì 4 maggio 2018

il Mostro di Vicchio

Appunto n. 22

Nel precedente appunto ci siamo concentrati su un uomo dall'accento toscano, non più giovane, che la notte del duplice omicidio Rontini - Stefanacci fa una strana telefonata ai carabinieri di Borgo San Lorenzo. Le sue frasi fanno riferimento a un vecchio fumetto ispirato al mostro. Fumetto divenuto a sua volta fonte di ispirazione per i macabri assalti del killer, anticipando l'asportazione del seno della vittima femminile.
Non è l'unico fatto interessante di quei giorni.
Un uomo alto "non più giovane con accento toscano" è stato anche visto, da più persone. E tutte ne danno una descrizione molto - troppo - simile.
Nel libro "Al Di Là Di Ogni Ragionevole Dubbio" troviamo diversi verbali che ci consegnano un individuo quantomeno sospetto che si aggira per Vicchio, proprio intorno alla data del duplice omicidio.
Il consiglio è quello di leggerli nella loro interezza, qua ne riporto brevemente alcuni dati in ordine cronologico che evidenziano l'univocità del soggetto.

NB: l'individuo di nostro interesse non viene mai visto arrivare o andarsene in auto o con altro mezzo.





14 LUGLIO 1984, sabato

- riva del fiume Sieve
- 40/45 anni
- alto 180 cm
- corporatura robusta e prestante
- capelli corti con riga sul lato sinistro, stempiato, castano chiaro o biondo o rossiccio
- viso leggermente ovale
- senza occhiali
- molto distinto, forse un professionista
- pantaloni beige o grigio chiari
- camicia parzialmente sbottonata, senza maniche o tirate su

A dieci metri dall'imbocco della stradina del delitto, da dietro un cespuglio spia le persone sotto di lui, intente a prendere il sole o pescare sulla riva del fiume. Ad un certo punto cade un grosso sasso che allarma i presenti. Si girano verso di lui che quindi scappa tra le frasche, senza scusarsi, incurante di dove vada a finire il sasso.

(Tiziana S., 5 Agosto 1984, ore 10:30 presso CC di Vicchio)

***

21 LUGLIO 1984 ipotetico: "circa due sabati prima dell'omicidio"

- ore 18:00
bar La Spiaggia
- consuma qualcosa per 10 minuti
- persona non del luogo, mai vista
- 45 anni
- alto 180 cm
- molto robusto
- capelli corti rossicci biondi e stempiato
- occhi marrone chiaro
- viso tondo
- colorito roseo
- labbra carnose
- senza barba né baffi
- maglietta chiara e forse jeans

Rivolgendosi ad una cliente:
"Hai ancora la tenda in quel posto?"
La ragazza risponde di sì con tono scocciato.
"Allora questa sera vengo a trovarti..."
La ragazza dice che quella sera non ci sarà, paga il gelato e se ne va frettolosamente.

(Emanuela B., 2 Agosto 1984, ore 13:30 presso CC di Vicchio)

***

22 LUGLIO 1984, domenica

- ore 17:00
- bar La Spiaggia
- forse non ordina niente
- persona non del luogo, mai vista
- alto 175 cm
- corporatura robusta
- viso rotondo e roseo
- capelli biondi corti lisci con ciuffo, forse stempiato
- 45 anni
- pantaloni e maglietta scura
- accento toscano
- quando parla non sembra del tutto normale
- scruta vogliosamente dall'alto al basso

"Quante siete a lavorare qui?"
Dice che aveva visto una signora mora ed un'altra moretta.
Pia è presente nel bar, al banco accanto, lui rimane anche quando lei termina il turno alle 17:45, curiosando dentro e fuori dal locale.

(Luciana L., barista, 2 Agosto 1984, ore 12:25)

***

28 LUGLIO 1984, sabato

- ore 19:30
bar La Spiaggia
- consuma un caffè
- maglietta chiara e forse jeans

Raggiunge la barista dietro la macchina del caffè.
La chiama per nome.
Chiede se va a ballare.

(Emanuela B., 2 Agosto 1984, presso CC di Vicchio)

***

29 LUGLIO 1984, domenica

- ore 16:45
- bar La Torre
- consuma una birra
- persona non del luogo, mai vista
- alto 1,75 cm
- corporatura robusta
- fronte alta e stempiata
- capelli molto corti biondi sul rossiccio
- occhi marroni
- naso normale
- mani grandi e grosse
- anello vistoso con stemma squadrato
- completo beige, camicia celestina, cravatta scura, scarpe scure
- mano davanti alla bocca, arrabbiato, digrignava, non era un tic
- nessun segno particolare
- somiglia ad un loro conoscente di Borgo San Lorenzo ma non è lui

La testimonianza ormai la conosciamo tutti, come detto qui mi limito a sintetizzare i dati:
- coppia giovane, panda chiara, riconosciuta come Rontini - Stefanacci da tutti e tre
- arriva al bar dopo di loro
- se ne va appena vanno via loro

(testimoni Baldo Bardazzi + padre Piero + sorella, verbale del 1 Agosto 1984, ore 8:35, CC di Vicchio)

*

- ore 20:00
- bar La Spiaggia
- consuma un caffè
- persona non del luogo, mai vista
- alto
- corporatura robusta
- stempiato
- capelli corti e chiari
- molto distinto
- sguardo serio "mussoliniano"
- giacca chiara e pantaloni scuri nonostante il caldo
- molto somigliante all'identikit (non è specificato ma si presume quello di Bardazzi) a parte la bocca superiore che vede più pronunciata

Il testimone è incerto tra il sabato e la domenica, ma vista la precisa testimonianza di Emanuela del sabato e il riscontro con l'identikit, il diverso abbigliamento fa propendere per la domenica.

(Franco L., 1 Agosto 1984, ore 21:00)

***

31 LUGLIO 1984, martedì

In Piazza Giotto si tengono i funerali dei due giovani, lì dove anche Stefania Pettini trascorreva il tempo dieci anni prima.
Bardazzi è presente con la polizia per identificare l'avventore del bar, ma l'esito è negativo.

***

1 AGOSTO 1984, mercoledì

- ore 10:00 oppure 11:00
- bar La Spiaggia
- chiede solo un caffè
- nessuna interazione, nessun approccio spregiudicato né domande particolari

(Luciana L., barista, 2 Agosto 1984, ore 12:25)





Queste testimonianze rese nell'immediatezza dei fatti (e per questo sicuramente molto più affidabili e sincere di tante rese a decenni di distanza) ci consegnano un personaggio ben preciso, che da metà luglio si aggira per Vicchio. Che approccia le colleghe della futura vittima, interagisce con loro in modo diretto, anche con le clienti.
Addirittura si parla di tenda da campeggio e visite notturne un anno prima dell'ultimo colpo del mostro, a Scopeti.
Che sembra studiare una possibile via di fuga dalla piazzola, attraverso i pochi metri della Sieve.
Che segue le vittime in un bar.
Che parla di discoteca, altro input che ci riporta al delitto Gentilcore - Pettini del 1974.
Al funerale non si fa vedere.
La mattina successiva si ferma a prendere un caffè ma a quanto pare non spiccica parola.
Dopo quel caffè non lo rivedranno più.
Abbiamo dei probabili pedinamenti ai danni di Pia Rontini, testimoniati da Mauro Poggiali che riaccompagnava la ragazza dal bar. In almeno un paio di occasioni ha notato un'auto amaranto che li seguiva lungo quei 750 metri di tratta.
Dal blog Calibro22 si riporta inoltre che "durante tutta la settimana precedente vi sono vari avvistamenti in prossimità dello svincolo per la fattoria La Rena di una Renault rosso bordeaux di vecchio tipo ferma con una sola persona a bordo".

Per chi scrive, questo individuo deve essere tenuto in seria considerazione, unitamente alla telefonata, quando si ragiona del caso "Mostro Di Firenze".



Al Di Là Di Ogni Ragionevole Dubbio (acquista l'essenziale testo di Cochi - Cappelletti - Bruno)
la Telefonata del probabile Mostro (Appunto n. 21)
Mauro Poggiali racconta i pedinamenti dell'auto amaranto (Insufficienza Di Prove)