martedì 13 marzo 2018

A Silvia

Appunto n. 14

Una pubblicità non voluta, come recita proprio il titolo del seguente articolo che - ironia - non risparmia particolari molto personali, forse superflui, forse evitabili. Non sarà la prima volta. Del resto ogni penna ha il proprio stile.


LA NAZIONE
23 giugno 1982


Chi è la donna giudice alla caccia dell'omicida
E' il sostituto procuratore Silvia Della Monica, titolare con il collega Izzo dell'inchiesta sui delitti del maniaco - Una pubblicità non voluta

La prima volta, cinque anni fa, scioccò qualche collega e qualche avvocato con i capelli bianchi per via di quei blue jeans che all'improvviso spuntarono sotto la severa toga nera da pubblico ministero mentre terminava la requisitoria. Piccola meraviglia di breve durata, presto cancellata dai metodi e dai risultati del suo lavoro. Silvia Della Monica, sostituto procuratore della Repubblica di Firenze, primo magistrato inquirente donna capitato nel barocco edificio di piazza San Firenze, è titolare con il collega Adolfo Izzo dell'inchiesta sul maniacale assassino dei fidanzati. A dare la caccia al mostro che tanto odia le donne, è proprio una donna.
Aggiunta al collega Izzo poco dopo il delitto di Scandicci del 6 giugno 1981, si è trovata per caso di turno nei giorni degli altri due duplici omicidi, il 22 ottobre 1981 e il 19 giugno scorso.

Piccola, esile, bionda, ha ben presto meravigliato i colleghi maschi per la notevole resistenza e la precisione, quasi per la pignoleria, con cui conduce le inchieste. Un temperamento nervoso nascosto dietro occhi azzurri dallo scettico, quasi pigro disegno partenopeo e rivelato solo dal frequente gesto di accendere sigarette.
Arrivò nella procura di Firenze quasi cinque anni fa dopo essere stata pretore a Carpi vicino Modena, e poi a Pontassieve. Era qui quando, il 15 settembre 1974 il mostro colpì la prima volta uccidendo vicino a Borgo San Lorenzo Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore, un ragazzo di Pontassieve.




Essere alle prese quasi quotidianamente con perizie balistiche, necroscopie, sopralluoghi su teatri di delitti, interrogare criminali, interpretare norme di codici non sembra in contrasto con la sua vita familiare. Il marito del sostituto procuratore Silvia Della Monica - che è mamma di un bambino di cinque anni - è un alto funzionario della questura di Firenze.
Poco amante della pubblicità tanto da rifiutare seppur cortesemente ogni intervista personale, Silvia Della Monica è finita spesso sui giornali per le inchieste di cui ha dovuto occuparsi. In particolare si è interessata di quasi tutti i principali casi di droga avvenuti a Firenze negli ultimi anni, accumulando una grossa esperienza nel settore e arrivando a conoscere in modo approfondito la problematica dei tossicodipendenti e della realtà che li circonda così da potersene occupare anche al di fuori del suo specifico lavoro.

Tra le indagini cui ha partecipato va ricordata quella abbastanza recente sul sequestro di Donatella Mosca, moglie di un facoltoso notaio fiorentino, conclusosi con la liberazione dell'ostaggio e la cattura dei banditi.

Della sua vita privata non è possibile sapere niente.
"Il suo hobby - sorride un collega - è il lavoro".

a firma di: M. S.

Non sarà possibile sapere niente della sua vita privata, ma in poche righe ne abbiamo una descrizione fisica e caratteriale e veniamo a conoscenza delle sue origini, dei suoi trascorsi lavorativi, delle sue occupazioni attuali, della sua famiglia. Quest'ultimo particolare per chi scrive era decisamente evitabile, dato che la si presenta come l'antagonista di un killer senza volto e pericolosissimo.
Un antagonista, donna, sempre presente.


Emeroteca di Flanz (La Nazione, giugno 1982)

2 commenti:

  1. "Della sua vita privata non è possibile sapere niente" ... Infatti poi il mostro saprà il suo indirizzo!!! Altro che Pacciani...
    Un saluto e complimenti per il tuo lavoro, C.

    RispondiElimina